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Memorie di nonni

mar 28 apr 2020 • By: Elisa Rita Gelsomino

Il mondo che avevamo conosciuto non ci piaceva più e allora lo abbiamo cambiato per sempre

Nel mentre

“Nonno, posso entrare?"

“Certo Lucia, entra pure. La nonna mi ha detto che avevi bisogno di parlarmi. Di cosa si tratta?”

“Sai nonno, oggi a scuola abbiamo fatto storia moderna, mi hanno assegnato una ricerca: intervistare i nonni sul Grande Virus del 2020. Mi hanno detto che voi c’eravate, hai voglia di raccontarmi? Io scrivo e sto in silenzio, magari ti fermo solo se ho bisogno di capire meglio”.

“Caro amore, che ti posso dire, io e la nonna eravamo più giovani e la tua mamma così piccola da non poter ricordare niente. Per me la cosa più incredibile è stato comprendere come da chi eravamo prima del virus, siamo diventati poi. Il periodo della quarantena è durato due mesi con piene limitazioni, diversi mesi poi ancora con limitazioni ridotte, non eravamo pienamente coscienti rispetto a quello che sarebbe successo dopo. Nel mentre siamo stati in casa, abbiamo rispettato i divieti, abbiamo pianto i nostri morti, ringraziato per gli sforzi sanitari tutti gli uomini e le donne impegnati in prima linea e atteso, atteso di capire, senza consapevolezza, cosa sarebbe successo di noi. Ricordo che appena avuto il via per poter uscire senza autocertificazioni, le persone andarono in strada, nelle piazze, fuori dalle case. Anche io, la nonna e la tua mamma ci siamo uniti alle persone nelle vie. Ricordo abbracci tra sconosciuti, lacrime tra amici e parenti. Ricordo cortesia, gioia pura e umanità. Ricordo una nostalgia grandissima dei nostri genitori e una voglia incredibile di riabbracciarli, anche se avremmo dovuto aspettare qualche mese ancora per stringerci, poiché lontani. E poi, è nato un mondo nuovo, quello che conosci tu oggi. Questo mondo in cui si può viaggiare dappertutto senza confini, dove non servono più passaporti e le informazioni necessarie sono date sulla parola. Il mondo in cui si lavora da casa per scelta e non per necessità, perché casa vuol dire tempo per sé e per le persone che ami. Il mondo in cui se devi uscire a lavorare per forza, lavori quattro giorni su sette e non sei, per gli stessi motivi. Il mondo dove la diversità è un valore e non un impedimento. Il mondo in cui vedersi e incontrarsi non succede per caso, ma avviene perché si vuole e si sceglie di stare insieme. Le feste paesane, quelle una volta l’anno, non esistono più, sai perché? Perché le persone decisero che vedersi fosse una necessità, una modalità di vivere, allora sono nate le feste della domenica in cui si va in piazza o ci si riunisce nei rioni, portando cibo da casa da condividere. Il mondo che conosci tu, in cui i tuoi vicini sono parte della tua famiglia e i compaesani, amici. Il mondo in cui ognuno rispetta la natura, va in giro a piedi, in bici o viaggia con i mezzi pubblici e non si aspetta che l’universo si salvi da solo”.

“Ma nonno non mi dici niente di quello di quello che non si poteva fare?”

“Lucia, tesoro, non è che io non voglia dirtelo, ma anche dirtelo sarebbe strano, anche in quello siamo cambiati. Sono cambiato per primo. Ho lasciato il pessimismo, il lamentarsi, alla storia stessa. Nel tuo libro sono certo che non troverai lo stupore di un essere umano come me che ha vissuto il prima e il dopo. Che ha visto la grandezza delle persone, non tanto nell’affrontare un momento di difficoltà, in questo l’uomo ha sempre dimostrato doti immense, ma quanto, riuscire a tirare fuori dal male non il bene, non quello che aveva, ma qualcosa di ancora più importante, qualcosa di nuovo e diverso. Il mondo che avevamo conosciuto fino ad allora non ci piaceva più e allora lo abbiamo cambiato per sempre. Quando cause di forza maggiore obbligano le persone a fermarsi, si perdono le certezze e gli agi. Tutto ciò che pensavi parte di te, viene ridiscusso e sei costretto in primis ad accettare quello che stai vivendo, e poi a chiederti, avevo bisogno che succedesse tutto questo perché capissi davvero le cose che contano e il valore degli altri? Fu importante fare uno, due tre passi indietro e sentire finalmente cosa la nostra madre terra ci stava sussurrando da un po’. Niente ci appartiene davvero, solo il tempo. Nel mentre, non date mai più nulla per scontato!” 


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